Una fotografia ravvicinata di un campione di tessuto, che mostra una varietà di texture e colori. Il tessuto sembra essere in fase di pilling, con piccole palline pelose che si formano sulla superficie
Una fotografia ravvicinata di un campione di tessuto, che mostra una varietà di texture e colori. Il tessuto sembra essere in fase di pilling, con piccole palline pelose che si formano sulla superficie

Pilling: cause, prevenzione e rimozione

In sintesi: il pilling è un fenomeno complesso che consite nella formazione di noduli sulla superficie del tessuto, e che non può essere utilizzato come unico indicatore di qualità dei tessuti. Benchè una maggiore resistenza al pilling sia generalmente auspicabile, è importante considerare questo fenomeno in un contesto che includa la natura delle fibre, i processi di produzione e le aspettative dei consumatori. L’innovazione tecnlogica e l’adozione di processi di produzione eco-sostenibili sono fondamentali per ridurre il pilling minimizzando l’impatto ambientale e rispondendo alle esigenze di consumatori sempre più esigenti.

Il pilling, caratterizzato dalla formazione di piccoli pallini o noduli sulla superficie del tessuto, detti “pills”, è un fenomeno comune che riguarda molti tessuti ed è il risultato dell’attrito e dello sfregamento delle fibre, che si intrecciano e si aggregano formando queste antiestetiche palline.

Il pilling può verificarsi sia durante l’uso quotidiano dei capi, a causa dello sfregamento con altri tessuti o superfici, sia durante il lavaggio, a causa dell’attrito meccanico nella lavatrice o dell’asciugatura.

Fattori che ne nfluenzano la formazione

Diversi fattori possono influenzare la formazione del pilling:

  • Tipo di fibra: alcune fibre, come il cotone e la lana, sono più soggette al pilling rispetto ad altre, come la seta o il lino, a causa della loro struttura e lunghezza.
  • Lunghezza della fibra: le fibre più corte tendono a sfilacciarsi e aggrovigliarsi più facilmente rispetto a quelle più lunghe, aumentando il rischio di pilling.
  • Torsione del filato: un filato con una torsione più stretta è meno soggetto al pilling rispetto a un filato con una torsione più lenta.
  • Struttura del tessuto: i tessuti a maglia larga o con una trama aperta sono più inclini al pilling rispetto a quelli a maglia stretta o con una trama compatta.
  • Finitura del tessuto: alcuni trattamenti di finitura, come la spazzolatura o la garzatura, possono aumentare la tendenza al pilling, mentre altri, come il trattamento enzimatico, possono ridurla.
  • Frequenza di lavaggio: lavaggi frequenti possono accelerare il processo di pilling a causa dell’attrito meccanico.

Come prevenirlo

Sebbene il pilling sia normale è possibile adottare alcune precauzioni per prevenirlo o ridurlo al minimo:

  • Lavaggio delicato: lavare i capi a mano o in lavatrice con un ciclo delicato e a basse temperature, utilizzando un detersivo specifico per capi delicati.
  • Lavare i capi al rovescio: questo aiuta a ridurre l’attrito sulla superficie esterna del tessuto.
  • Utilizzare sacchetti per il bucato: I sacchetti in rete proteggono i capi dallo sfregamento con altri tessuti durante il lavaggio.
  • Evitare l’asciugatrice: preferire l’asciugatura all’aria per ridurre l’attrito e il calore.
  • Limitare lo sfregamento: evitare di indossare zaini o borse a tracolla che sfregano costantemente contro il tessuto.
  • Scegliere tessuti di qualità: optare per tessuti con fibre lunghe e a trama stretta, che sono meno soggetti al pilling.

Come rimuoverlo

Il pilling è un fenomeno che interessa soprattutto i prodotti tessili fatti con fibre discontinue.
Il pilling è un fenomeno che interessa soprattutto i prodotti tessili fatti con fibre discontinue.

Se il pilling si è già formato, esistono diversi metodi per rimuoverlo:

  • Rasoio elettrico o levapelucchi a batteria: sono attrezzi efficaci per rimuovere i pallini in modo rapido e sicuro.
  • Pettine per tessuti: rimuove delicatamente i pallini senza danneggiare le fibre.
  • Rullo leva pelucchi: utile per rimuovere i pallini e la peluria in eccesso.
  • Pietra pomice: ideale per tessuti resistenti come la lana o il pile.

Il pilling come indicatore di qualità?

un campione di tessuto, che mostra il processo di pilling. Il tessuto, probabilmente di cotone, presenta piccole palline pelose chiamate pillole sparse sulla sua superficie. Queste pillole si formano a causa dell'attrito e dell'usura e sono un problema comune con molti tipi di materiali per indumenti.
Un campione di tessuto, che mostra il processo di pilling. Il tessuto, probabilmente di cotone, presenta piccole palline pelose sparse sulla sua superficie. Il pilling si forma a causa dell’attrito e dell’usura e sono un problema comune con molti tipi di materiali per indumenti.

Il pilling è spesso percepito come un indicatore di scarsa qualità del tessuto. Purtroppo (o per fortuna) la relazione pilling-qualità non è sempre diretta e può essere più complessa di quanto sembri. Capire come il pilling possa riflettere sulla qualità del tessuto richiede un’analisi più approfondita delle caratteristiche delle fibre, dei processi di produzione e delle aspettative dei consumatori.

I diversi tipi e lunghezze delle fibre

Le fibre naturali e sintetiche reagiscono diversamente al pilling. Ad esempio, le fibre naturali come lana e cotone tendono a pilling più facilmente rispetto alle fibre sintetiche come poliestere e nylon. Questo non significa necessariamente che i tessuti naturali siano di qualità inferiore; al contrario, molte fibre naturali di alta qualità, come il cashmere e la lana merino, sono note per essere soggette al pilling a causa della loro struttura morbida e lussuosa.

Anche la lunghezza delle fibre è un fattore importante nel determinare la propensione al pilling. Le fibre più lunghe, come quelle utilizzate nei cotoni di alta qualità (es. cotone pima o egiziano), tendono a pilling meno rispetto alle fibre corte. Questo accade perché le fibre lunghe sono meno inclini a sfilacciarsi e aggrovigliarsi, riducendo la formazione di pilling.

Processi di produzione

La qualità del tessuto è influenzata anche dai processi di produzione. La torsione del filato, la densità del tessuto e i trattamenti di finitura giocano un ruolo fondamentale nella resistenza al pilling. Un filato con una torsione maggiore è più resistente allo sfregamento, mentre una tessitura compatta e ben strutturata offre meno spazio per la formazione di pillole.

I trattamenti di finitura, come il mercerizzo del cotone o il trattamento con enzimi delle fibre naturali, possono migliorare significativamente la resistenza al pilling. Il mercerizzo, ad esempio, aumenta la lucentezza e la resistenza del cotone, mentre i trattamenti enzimatici rimuovono le fibre superficiali libere, riducendo la tendenza al pilling​.

Aspettative e percezione

I capi di abbigliamento sportivo in tessuti sintetici sono spesso progettati per resistere al pilling. Di conseguenza i consumatori sono “educati” a non aspettarsi il pilling e se questo compare viene subito associato ad una bassa qualità del prodotto.

D’altro canto, in tessuti di lusso come il cashmere, una certa quantità di pilling è considerata normale e non necessariamente un segno di bassa qualità. In questi casi, il pilling può essere visto come un segno della morbidezza e dell’autenticità del materiale.

La costante ricerca di soluzioni anti-pilling

L’industria tessile è costantemente alla ricerca di soluzioni per migliorare la resistenza al pilling senza compromettere altre qualità desiderabili dei tessuti, come la morbidezza e la traspirabilità. Ad esempio, l’uso di rivestimenti polimerici può ridurre il pilling mantenendo intatte le proprietà estetiche e funzionali del tessuto. Questi rivestimenti formano uno strato protettivo che riduce l’attrito tra le fibre, minimizzando la formazione di pillole.

Anche l’uso di fibre riciclate e processi di produzione ecologici non solo migliora l’impatto ambientale, ma può anche portare a tessuti con una maggiore resitenza al pilling.

Pilling e qualità dei tessuti

La resistenza al pilling non è evidentemente l’unico criterio per determinare la qualità di un tessuto. Altri fattori come la resistenza alla trazione, la capacità di assorbimento dell’umidità, la traspirabilità e il comfort devono essere considerati, anche in termini di trade-off. Ad esempio, l’eccessiva torsione del filato per migliorare la resistenza al pilling può rendere il tessuto meno morbido e confortevole. Allo stesso modo, l’uso di trattamenti chimici per prevenire il pilling deve essere attentamente bilanciato per evitare impatti negativi sulla sostenibilità e sulla sicurezza del tessuto.

Test di resistenza al pilling

I test di resistenza al pilling sono essenziali per valutare la qualità e la durabilità dei tessuti. Questi test simulano le condizioni di usura e sfregamento che i tessuti subiscono durante il loro ciclo di vita, permettendo ai produttori di migliorare i materiali e le tecniche di produzione. Vediamo in dettaglio le metodologie più comuni e le innovazioni recenti in questo campo.

Test Martindale

Il test Martindale è uno dei metodi più utilizzati per valutare la resistenza al pilling dei tessuti. Questo test simula l’usura quotidiana sottoponendo i campioni di tessuto a cicli di sfregamento con un materiale abrasivo, solitamente un feltro standard. Il tessuto viene fissato su un disco che ruota in un movimento di figura-otto mentre viene premuto contro il feltro.

Durante il test, il numero di cicli viene registrato fino a quando le pillole iniziano a formarsi in modo significativo. Il risultato è espresso in numero di cicli, e un valore più alto indica una maggiore resistenza al pilling. Questo test è ampiamente accettato e standardizzato, con normative specifiche che variano a seconda del tipo di tessuto e dell’applicazione finale​.

Test random tumble pilling

Il test Random Tumble Pilling è un altro metodo comune, particolarmente utilizzato per i tessuti di abbigliamento. In questo test, piccoli campioni di tessuto vengono posti in un tamburo rotante insieme a una serie di capsule in sughero o gomma. Il tamburo ruota a una velocità costante, e i campioni vengono esposti a movimenti casuali che simulano lo sfregamento e l’abrasione.

Dopo un periodo di tempo prestabilito, i campioni vengono rimossi e valutati visivamente o mediante strumenti di misurazione per determinare il grado di pilling. La valutazione viene solitamente eseguita utilizzando una scala visiva standardizzata che varia da 1 (forte pilling) a 5 (assenza di pilling). Questo metodo è particolarmente utile per tessuti a maglia e tessuti con superfici irregolari​​.

Test pill box

Il test Pill Box è un metodo rapido e semplice per valutare la resistenza al pilling dei tessuti. I campioni di tessuto vengono posti in una scatola contenente una serie di sfere abrasive, che vengono agitate per un periodo di tempo specifico. Questo movimento simula l’usura e lo sfregamento che i tessuti subiscono durante l’uso.

Alla fine del test, i campioni vengono valutati per il grado di pilling utilizzando una scala visiva o strumenti di analisi automatizzata. Il test Pill Box è apprezzato per la sua rapidità e facilità d’uso, rendendolo ideale per test di routine e controllo qualità in fase di produzione​.

Test di resistenza al pilling accelerati

Con l’avanzamento delle tecnologie, sono stati sviluppati test di resistenza al pilling accelerati che riducono significativamente il tempo necessario per ottenere risultati. Questi test utilizzano tecniche avanzate come l’uso di macchine a ultrasuoni o laser per simulare rapidamente condizioni di usura estremamente severe.

Uno dei vantaggi principali di questi test accelerati è la possibilità di ottenere dati dettagliati in tempi ridotti, permettendo ai produttori di tessuti di effettuare correzioni rapide e miglioramenti ai loro processi di produzione. Tuttavia, è importante notare che i risultati ottenuti da questi test devono essere interpretati con cautela, poiché potrebbero non riflettere esattamente le condizioni di uso reale​.

Innovazioni tecnologiche e metodi di test

Recentemente, l’industria tessile ha visto l’introduzione di tecnologie di imaging e analisi digitale che migliorano la precisione e l’affidabilità dei test di resistenza al pilling. L’uso di fotocamere ad alta risoluzione e software di analisi delle immagini consente una valutazione dettagliata e automatizzata del grado di pilling, riducendo la soggettività dei metodi di valutazione visiva.

Queste tecnologie permettono di misurare con precisione le dimensioni, la quantità e la distribuzione delle pillole sui campioni di tessuto, fornendo dati quantitativi che possono essere utilizzati per migliorare i materiali e i processi di produzione.

Standardizzazione e normative

La standardizzazione dei test di resistenza al pilling è fondamentale per garantire risultati coerenti e comparabili tra diversi laboratori e produttori. Organizzazioni internazionali come la International Organization for Standardization (ISO) hanno sviluppato normative specifiche che definiscono i metodi di test, le condizioni di prova e i criteri di valutazione.

Ad esempio, la norma ISO 12945-2 descrive dettagliatamente il metodo Martindale per il test di resistenza al pilling, specificando le apparecchiature necessarie, le condizioni di prova e le procedure di valutazione.

Limitazioni

Nonostante i progressi tecnologici, i test di resistenza al pilling presentano ancora alcune limitazioni e sfide. Una delle principali difficoltà è la variabilità intrinseca dei tessuti, che può influenzare i risultati dei test. La struttura delle fibre, il tipo di filato, la densità del tessuto e i trattamenti di finitura possono tutti contribuire a variazioni nei risultati del pilling.

Inoltre, la soggettività nelle valutazioni visive può portare a discrepanze nei risultati. Sebbene le tecnologie di analisi digitale stiano riducendo questa soggettività, la completa eliminazione delle variabili umane è ancora un obiettivo da raggiungere. La continua ricerca e sviluppo di metodi di test più accurati e affidabili è essenziale per superare queste sfide e migliorare la resistenza al pilling dei tessuti.

In conclusione, i test di resistenza al pilling sono strumenti cruciali per garantire la qualità e la durabilità dei tessuti. L’adozione di metodi avanzati e la standardizzazione delle procedure di test stanno migliorando la capacità dell’industria tessile di produrre materiali più resistenti al pilling, contribuendo così a una moda più sostenibile e di alta qualità.

Il pilling nei diversi materiali

Lana

La lana è una fibra naturale molto apprezzata per la sua morbidezza e capacità di isolamento termico. Tuttavia, è anche una delle fibre più soggette al pilling, soprattutto se la lana è di bassa qualità o se il filato è poco ritorto. Per prevenire il pilling sulla lana, è importante seguire le istruzioni di lavaggio e manutenzione indicate sull’etichetta del capo, evitare lavaggi frequenti e utilizzare detersivi specifici per lana.

Cotone

Il cotone è una fibra naturale resistente e versatile, ma anch’essa può essere soggetta al pilling, soprattutto se le fibre sono corte o se il tessuto è stato sottoposto a sfregamento intenso. Per prevenire il pilling sul cotone, è consigliabile lavare i capi a basse temperature, evitare l’uso dell’asciugatrice e utilizzare detersivi delicati.

Fibre sintetiche

Le fibre sintetiche, come il poliestere e il nylon, sono generalmente meno soggette al pilling rispetto alle fibre naturali. Tuttavia, anche in questo caso, il pilling può verificarsi a causa dello sfregamento o di lavaggi aggressivi. Per prevenire il pilling sulle fibre sintetiche, è importante seguire le istruzioni di lavaggio e manutenzione, evitare l’uso di candeggina e utilizzare detersivi delicati.

Impatto ambientale del pilling

Il pilling, oltre a rappresentare un problema estetico e funzionale per i capi d’abbigliamento, ha anche un impatto ambientale significativo che merita attenzione. La formazione di pillole sui tessuti è infatti un fenomeno che non solo riduce la durata dei capi, ma contribuisce anche alla dispersione di microfibre nell’ambiente, aggravando il problema dell’inquinamento marino e terrestre.

Microfibre e inquinamento marino

Le microfibre sono minuscole particelle di fibra che si staccano dai tessuti durante il lavaggio. Questo processo è particolarmente accentuato nei capi soggetti a pilling. Le microfibre, essendo estremamente piccole, riescono a passare attraverso i sistemi di filtrazione delle acque reflue e raggiungere gli oceani. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology, circa il 35% delle microplastiche rilasciate negli oceani proviene dai tessuti sintetici lavati in lavatrice​.

Le microfibre presenti negli oceani rappresentano una minaccia per la fauna marina. Essendo di dimensioni microscopiche, vengono facilmente ingerite da organismi marini, entrando così nella catena alimentare e potenzialmente arrivando fino all’uomo. Studi hanno dimostrato che le microfibre possono causare danni fisici agli organismi, come abrasioni interne e blocchi digestivi, oltre a rilasciare sostanze chimiche tossiche​.

Impatto sui sistemi di acque reflue

La gestione delle microfibre nei sistemi di trattamento delle acque reflue è un altro aspetto critico. Le microfibre, se non catturate dai filtri, si accumulano nei fanghi di depurazione. Questi fanghi, spesso utilizzati come fertilizzanti in agricoltura, possono così trasferire le microfibre nei terreni agricoli, contaminando il suolo e le colture. Un rapporto della International Union for Conservation of Nature (IUCN) sottolinea come questo ciclo perpetuo rappresenti una sfida crescente per le politiche di gestione dei rifiuti e la sostenibilità ambientale​.

Degrado dei tessuti e rifiuti tessili

Il pilling accelera il degrado dei tessuti, rendendo gli indumenti inutilizzabili in tempi più brevi e aumentando la quantità di rifiuti tessili. La produzione e lo smaltimento degli indumenti hanno un notevole impatto ambientale, considerando che l’industria della moda è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di carbonio e del 20% delle acque reflue industriali​. La riduzione della durata dei capi a causa del pilling porta a un aumento della domanda di nuovi indumenti, alimentando ulteriormente il ciclo di produzione e smaltimento insostenibile.

Soluzioni e prospettive future

Affrontare l’impatto ambientale del pilling richiede un approccio multi-settoriale che coinvolga l’industria tessile, i consumatori e le politiche pubbliche. Ecco alcune strategie che possono contribuire a mitigare gli effetti negativi del pilling sull’ambiente:

  1. Innovazione nei Materiali: Sviluppare tessuti più resistenti al pilling attraverso la ricerca e l’innovazione può ridurre significativamente la dispersione di microfibre. Fibre naturali trattate e fibre sintetiche avanzate con rivestimenti anti-pilling possono essere una soluzione promettente.
  2. Tecnologie di Lavaggio: Promuovere l’uso di filtri per lavatrici che catturano le microfibre durante il lavaggio può ridurre la quantità di particelle rilasciate nelle acque reflue. Prodotti come i sacchetti per il lavaggio Guppyfriend e i filtri PlanetCare sono già disponibili e possono fare una differenza concreta​.
  3. Educazione dei Consumatori: Sensibilizzare i consumatori sull’impatto ambientale del pilling e sulle pratiche di manutenzione degli indumenti può aiutare a ridurre la frequenza del pilling. Consigli su lavaggi delicati, uso di detersivi specifici e limitazione dell’uso dell’asciugatrice sono misure efficaci.
  4. Politiche e Regolamentazioni: Implementare politiche che incentivano la sostenibilità nell’industria tessile, come la promozione del design ecocompatibile e la responsabilità estesa del produttore, può aiutare a ridurre l’impatto ambientale complessivo. La legislazione sull’etichettatura dei prodotti e sulle tecniche di produzione può guidare l’industria verso pratiche più sostenibili​.

Limitazioni e incertezze della ricerca

Nonostante i progressi nella comprensione dell’impatto ambientale del pilling, ci sono ancora molte incertezze e limitazioni nella ricerca. La variabilità nei metodi di studio e nelle condizioni sperimentali rende difficile quantificare con precisione l’entità del problema. Inoltre, la mancanza di standardizzazione nei test di resistenza al pilling e la differente durata dei cicli di vita dei prodotti tessili complicano ulteriormente la valutazione dell’impatto.

È essenziale continuare a investire nella ricerca per sviluppare metodologie più accurate e standardizzate per lo studio del pilling e delle sue conseguenze ambientali. Collaborazioni interdisciplinari tra scienziati, ingegneri e responsabili delle politiche possono favorire un approccio integrato e più efficace alla risoluzione di questo problema complesso.

In conclusione, sebbene il pilling sia spesso considerato un semplice inconveniente estetico, le sue implicazioni ambientali richiedono un’attenzione significativa. Ridurre il pilling attraverso l’innovazione dei materiali, migliorare le tecniche di lavaggio, educare i consumatori e implementare politiche sostenibili sono passi cruciali per minimizzare l’impatto ambientale e promuovere una moda più sostenibile.

Conclusione

Il pilling è un fenomeno comune che può interessare molti tessuti, ma con le giuste precauzioni e una corretta manutenzione è possibile prevenirlo o ridurlo al minimo. Scegliere tessuti di qualità, lavare i capi delicatamente e evitare l’attrito sono alcuni dei consigli per mantenere i vostri vestiti in perfette condizioni più a lungo.